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Un sportello per i richiedenti asilo. Marino (Siulp): “Chiediamo una gestione più efficiente per dare dignità e sicurezza”

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Uno sportello gestito dal terzo settore, in accordo con il pubblico, che prenda in carico la persona migrante appena arrivata sul territorio italiano, registri la sua presenza e dia il primo appuntamento in Questura. É questa la soluzione concreta che Padre Giovanni La Manna - direttore della Caritas di Trieste - propone alle istituzioni per risolvere in parte le lunghe code che da giorni si stanno vedendo davanti alla Questura. «Lo sportello prende in carico le persone e le aiuta ad avere un appuntamento alla Questura per per formare la loro richiesta di asilo politico. » Non dobbiamo inventarci niente dice La Manna basta copiare quanto la provincia autonoma di Trento fa da 24 anni tramite uno sportello che si chiama “Cinformi”: «Con l'aiuto di Dio si può fare tutto. È fondamentale scegliere di provare a fare. » Gesuita come papa Francesco, La Manna a Trieste aveva accompagnato il Pontefice nell’incontro con stranieri e persone fragili:  alle sue parole si é ispirato in questa proposta come nell’altra soluzione innovativa che fece due mesi fa. Caritas è infatti tra gli enti promotori di spazio 11 che ogni notte da un rifugio temporaneo a circa 70 persone di passaggio - offrendo informazioni e assistenza sanitaria.


«Siamo favorevoli a qualunque soluzione che snellisca il processo di presa in carico e dia dignità alle persone migranti» commenta Francesco Marino segretario del sindacato di polizia Siulp di Trieste, che difende l’operato degli agenti di polizia gravati da un carico di lavoro importante che distoglie tempo e risorse ad altre attività di polizia sul territorio.


 
 
 

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