L’immigrazione a Trieste - tra soluzioni che non si vedono e nuovi attacchi screditanti alla Polizia
- Siulp Trieste
- 6 giorni fa
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Il tema legato all’immigrazione, a Trieste, sta continuando ad assumere sempre più toni grotteschi e surreali in cui tutti gli attori mediaticamente esposti si scambiano dichiarazioni altisonanti, più rumorose che sensate, guardandosi bene però dall’ assumersi qualsiasi responsabilità per le rispettive funzioni. Nei mesi scorsi avevamo sentito proporre “simpatiche” soluzioni come un DASPO urbano a chi accede all’area cantieristica di porto vecchio e l’istituzione di vere e proprie ronde di cittadini (senza formazione specifica), abbiamo sentito vari esponenti politici e persino sindacali magnificare i fantasmagorici risultati derivanti dai controlli ai confini ed abbiamo assistito a reiterati sgomberi, i quali evidentemente non rappresentano la soluzione strutturale al problema. Recentemente c’è stato persino chi ha iniziato ad accantonare l’umanità, quasi considerando i 4 morti di stenti in due giorni un effetto collaterale trascurabile. C’è chi invece ancora una volta osa, dall’altra parte, mettere in dubbio il lavoro dell’ufficio immigrazione della Questura di Trieste, che ci risulta essere ancora tra i più virtuosi del Paese, con tempi di attesa ridotti al minimo rispetto ad altre realtà, malgrado la titanica mole di lavoro inversamente proporzionale alla progressiva riduzione del personale. L’avevamo già detto mesi fa: mettere in dubbio l’attività della Polizia, in questo momento storico equivale ad attaccare i sanitari durante le fasi più buie della recente pandemia. Questo perché, a fronte di una politica che ha costruito il proprio consenso sulla decantata capacità di risolvere o quantomeno gestire il fenomeno migratorio e a una rete di accoglienza che è stata probabilmente più attenta a massimizzare le soluzioni alloggiative piuttosto che a proporre strategie di reale integrazione sociale e culturale dei migranti, la Polizia resta impropriamente l’unica istituzione che sopperisce alle lacune del sistema, gestendo tutte le fasi del fenomeno, molto spesso anche quella umanitaria attraverso la fornitura di viveri e assistenza primaria, attingendo sovente dalle risorse proprie degli operatori che, in termini di spessore morale, non intendono accettare lezioni da nessuno. I colleghi lavorano con grande spirito d’abnegazione e sacrificio, rinunciando talvolta a ferie e trascurando i propri interessi personali mettendoli al servizio della collettività. Riteniamo irrispettosa, irricevibile e quindi rispediamo ai vari mittenti la tesi secondo la quale tra l’altro il fenomeno delle persone in strada a Trieste sarebbe principalmente dovuto al fatto che alle persone viene impedito dalla polizia di presentare domanda d'asilo. Paradossale, se si pensa che la Polizia di Stato, pur ad organici ridottissimi ed oramai quasi al collasso, continua a svolgere i suoi compiti e sopperire alle mancanze degli altri, mentre ad altre latitudini ci si limita a seconda dei casi a somministrare propaganda o lanciare accuse gratuite anziché offrire soluzioni praticabili.
Trieste, 17 dicembre 2025
Il Segretario Generale Provinciale del SIULP Trieste
Francesco Marino




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